Il Comites partecipa all’evento “Memorie tra passato e presente” per commemorare la Giornata della Memoria
All’evento ‘Memorie tra passato e presente’ tenutosi il 27 gennaio scorso presso l’Istituto Italiano di Cultura di Cracovia è intervenuta la vicepresidente Silvia Rosato che ha ribadito la posizione favorevole del Com.It.Es Polonia nel complesso delle celebrazioni del Giorno della Memoria precisando che un impegno rivolto al dialogo, alla riflessione e alla conoscenza critica ed informata degli avvenimenti del passato possa formare nelle coscienze un atteggiamento di maggiore attenzione e sensibilità a fenomeni di ritorno che possono mettere in crisi la convivenza tra le diverse comunità umane. Il fatto che gli italiani in Polonia si trovino a risiedere in modo permanente nei luoghi dove le atrocità della persecuzione e dello sterminio di milioni di persone hanno avuto luogo li rende utili interpreti “multiculturali” tra i popoli polacco e italiano. Nel corso del suo intervento, ha riassunto le azioni che il Com.It.Es vuole intraprendere per rendere attuali, vivi e vigorosi i principi ispiratori della Giornata della Memoria.
Ruolo attivo del Com.It.Es all’interno della comunità di insediamento volto a individuare, denunciare ed arginare i fenomeni di razzismo, discriminazione – Il Com.It.Es si impegna, attraverso la partecipazione attiva nelle formazioni sociali che in Polonia si occupano di individuare, denunciare e contrastare fenomeni di razzismo e discriminazione a dare il proprio contributo alla costruzione di una società in cui il rispetto per le diversità sia uno dei principi fondamentali. Sono stati menzionati alcuni degli attori sociali presenti sul territorio con i quali il Com.It.Es vuole intraprendere azioni comuni quali: Hate Spot, Nigdzy Wiecej, Parada Równości.
Ruolo attivo della Comunità italiana in Polonia per la conservazione della Memoria nei luoghi di deportazione e sterminio – Il Com.It.Es ha iniziato ad avere un dialogo con la Fondazione Memoria della Deportazione, emanazione dell’ANED (Associazione Nazionale Ex Deportati) per valutare possibili collaborazioni nell’ambito di azioni mirate all’individuazione e conservazione di archivi, memoriali e monumenti; diffusione di risultati di studi e ricerche e di divulgazione di notizie relative a premi e borse di studio.
Ruolo attivo del Com.It.Es nel favorire il dialogo multiculturale – Le vittime dei campi di sterminio erano tali in quanto venivano considerate “stranieri”, non assimilabili e per questo passibili di morte e oblio. Gli Italiani residenti in Polonia, in quanto stranieri, sono particolarmente sensibili ai temi dei diritti umani, dei diritti civili e sociali sanciti dai Trattati Internazionali e di tutte le prerogative che l’essere cittadini comunitari (libera circolazione, libero stabilimento) riservano. Gli Italiani residenti in Polonia si propongono come ponte culturale tra i due paesi per favorire la conservazione della memoria e con questa contribuire a costruire una convivenza pacifica e dignitosa per tutti, senza alcun tipo di discriminazione.
Essendo la vicepresidente Silvia Rosato residente a Łódż, ha voluto ricordare ai presenti che anche questa città è stata oggetto di grandi atrocità durante l’invasione dei nazisti. A Łódż, prima della Seconda Guerra Mondiale, risiedeva la seconda più grande comunità di ebrei della Polonia. Si stima che più di 200.000 ebrei passarono dal ghetto di Łódż (Litzmannstadt Ghetto) e che circa 145.000 persone furono deportate nei campi di sterminio di Auschwitz-Birkenau e di Kulmhof in Germania. Ha ricordato anche che a Łódż era stato costruito un campo di concentramento per giovani e bambini fino a 16 anni, sotto le false spoglie di un servizio educativo per riabilitare delinquenti minorenni.
A conclusione del suo discorso, la vicepresidente ha voluto ricordare un valoroso eroe – il capitano Witold Pilecki a cui lo scrittore italiano Marco Patricelli ha dedicato un libro ‘Il volontario’. Un membro attivo della resistenza polacca al nazismo che sotto falso nome si fece arrestare, nel corso di una retata della Gestapo, ed entrò ad Auschwitz per raccontare al mondo cosa accadeva: il suo è stato il primo documento dai campi arrivato agli alleati.
L’olocausto è una pagina del libro dell’Umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria (Primo Levi).